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CONFERENZE TERRITORIALI – PRIMO APPUNTAMENTO – MELFI – 23 MAGGIO 2023 ORE 18:00

“La prima tappa del Tour della Bilateralità nel comparto artigiano promosso dall’Ebab  si è svolta il 23 maggio a Melfi sul tema del welfare. Il tour – iniziato a Matera a marzo con un evento nazionale,  attraverso cinque tappe, si concluderà nel mese di settembre a Potenza e toccherà i principali temi del comparto –  si prefigge di far rete con la comunità artigiana lucana, comprendere le criticità dei lavoratori e delle imprese del comparto, individuare skills e margini di crescita. Al termine del tour sarà realizzato un documento programmatico da presentare alla politica in un vero e proprio evento denominato “Stati Generali della Bilateralità del Comparto Artigiano in Basilicata” che possa coinvolgere tutti gli stakeholders nazionali e locali interessati per disegnare nuove strategie di sviluppo dell’artigianato per la Basilicata ed il Mezzogiorno. Prossimo appuntamento a Villa d’Agri il 20 giugno sul tema della sanità integrativa.

“L’obiettivo – ha spiegato Rosa Gentile, presidente Ebab – è innanzitutto di far conoscere il sistema bilateralità attraverso tutti gli attori sociali che lo praticano. Un sistema che nella fase della pandemia ha consentito di erogare la cassa integrazione ai lavoratori delle aziende artigiane attraverso il nostro Ente. Anche attraverso la Carta Servizi che abbiamo varato lo scorso anno intendiamo dimostrare come il nuovo welfare può accompagnare aziende e lavoratori. Il sentiment comune è quello di lavorare sul welfare per incrementare le prestazioni per lavoratrici, lavoratori e imprese”.

Nell’incontro di Melfi – a cui hanno partecipato dirigenti Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai, Cgil, Cisl, Uil, organismi dei consulenti aziendali e il sindaco di Melfi Maglione – è stato sottolineato  il significato del welfare aziendale: l’impresa al centro della comunità e una nuova consapevolezza del ruolo sociale dell’impresa. Con il welfare aziendale le PMI oggi sostengono le priorità del PNRR con un impatto su: salute, donne, giovani, famiglie e comunità. Il welfare aziendale continua a crescere: oltre il 64% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello iniziale; in 6 anni le imprese più attive nel welfare sono più che raddoppiate.

E’ stata l’occasione per riflettere sull’offerta specifica di welfare bilaterale, che nella Carta dei Servizi adottata dall’Ebab trova un punto di riferimento per dare risposte a lavoratori ed imprese, tracciare un quadro delle risposte della bilateralità artigiana e programmare nuove azioni da svolgere. Ci sono aree che necessitano di maggiore attenzione, in primis le politiche per la famiglia e conciliazione;  le misure più diffuse sono i contributi per il nido, i bonus per nascite e adozioni e i rimborsi per scuole per l’infanzia.

Negli ultimi 10 anni, il welfare artigiano ha poi attraversato un processo di riorganizzazione funzionale ed amministrativa, con la progressiva delega di alcune responsabilità a fondi centralizzati: si tratta del Fondo di assistenza sanitaria integrativa San.Arti. (creato nel 2012) e del Fondo bilaterale alternativo per l’artigianato Fsba (2016). La predisposizione dei due fondi è stata orientata da un lato a rispondere in maniera più efficace alle esigenze dei lavoratori, dall’altro a migliorare l’efficienza e la sostenibilità del sistema bilaterale artigiano, evitando inutili “doppioni” tra l’offerta regionale e quella nazionale.

Far crescere la bilateralità attraverso tutti i soggetti sociali – imprese e sindacati – che praticano l’importante percorso è l’obiettivo centrale dell’Ebab. Il nostro modello di bilateralità, nato negli anni 80 dal territorio – ha aggiunto Gentile  – ha dimostrato di essere più che mai attuale, capace di adeguarsi ai tempi e ai cambiamenti di questi anni. Ne ha dato prova anche durante la pandemia, mettendo in campo efficaci strumenti solidaristici e di sussidiarietà tipici dell’artigianato per offrire supporto agli imprenditori e ai loro dipendenti. La bilateralità è un valore da preservare e costituisce una ‘cassetta degli attrezzi’ che, con lo sforzo comune delle parti sociali, deve continuare ad offrire nuove prestazioni”.”

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